Festival dei disperati

Ondine

23 Giugno 2011

festival dei disperati collabora con premio exodus

Dopo il suo ricco intervento al Premio Exodus, oggi a Torino l'ultima apparizione pubblica di Guido Ceronetti.

Il suo addio al Teatro si svolgera al Teatro Stabile all'interno del cartellone della manifestazione di quattro giorni da lui ideata e dal titolo"Festival dei disperati", uno psicodramma collettivo in cui, come recita il motto ad incipit di tali intense giornate, "chi partecipa proverà consolazione".

Vera anima del Festival dei disperati è Marina Ferla amica insieme a Guido del Premio Exodus e della città della Spezia, con il quale si è creato un legame di intensa costruzione e compartecipazione culturale a progetti di rilievo comune e duraturo nel tempo.

 

Scarica il programma

 

"Nell’organizzare questo umbratile festival, che dovrebbe essere bene accolto dalla cittadinanza torinese – scrive Ceronetti nella presentazione ufficiale del Festival -, ho avuto modo di scoprire che il meglio di quanto il cinema ha fatto è imbucabile nella bocca-della-Verità della disperazione; un grande film degno di essere ricordato e rivisto reca un messaggio poetico e, in quanto poetico, “consolatore”. Ma è lontano dal portare speranza, per lo più tutte le loro storie centrano, raccontano disperazione. Ai bordi del parlato, la parola che fin dal principio abbiamo affidato al doppiaggio è campana di disperazione.

Le proiezioni al Massimo di Torino non dureranno che dal 21 al 25 giugno, ma per una rassegna completa di Cinema e Disperazione non basterebbero anni (se la manifestazione, com’è prevedibile, avrà successo, il Museo provvidamente la ripeterà).

La scelta, stavolta quantunque minima, è però esemplare: non mancano Il grido di Antonioni né L’Angelo Sterminatore di Buñuel; Viale del Tramonto di Billy Wilder né Mörder di Fritz Lang, che è del primo balbettio del sonoro. Manca, ma è sperabile lo si includerà in altre date, dello stesso periodo di crepuscolo mattinale, il terrificante chicchiricchì del professor Unrath nell’Angelo Azzurro di Sternberg. Quel grido di disperazione è la trascrizione dell’Urlo di Munch nel cinema sonoro."


Condividi questo articolo su Condividi su facebook