LaNazione: Premio Exodus, Shirin Ebadi fa un appello per la libertà

Ondine

23 Ottobre 2010

 

La Spezia, 23 ottobre 2010 – "Sono contenta di trovarmi qui nella vostra bella città e ringrazio il sindaco, le istituzioni e i cittadini per il premio. Sono felice di essere in una città che ha nella sua storia un precedente così importante per nel sostegno di quanti erano esuli o profughi. Ormai da trent'anni i miei concittadini iraniani, proprio per la situazione che si ècreata in Iran, sono emigrati nel vostro Paese, in Italia. E sono sempre stati ben accolti in tutte le città che hanno incontrato nel territorio del vostro Paese. Gli italiani hanno dimostrato interesse per la democrazia. In Iran non solo il regime non tollera le lotte pacifiche per la democrazia, ma arresta anche gli avvocati che assistono i difensori dei diritti umani e tutti coloro che lottano per portare la democrazia nel Paese".  

 

Parole pacate, battagliere, determinate. Parole del premio Nobel per la Pace 2003, l'iraniana Shirin Ebadi, che questa mattina ha ricevuto il benvenuto del sindaco a nome della città della Spezia, dove questo pomeriggio le viene conferito il Premio Exodus 2010. Shirin Ebadi era giudice in Iran. Dopo la Rivoluzione Islamica del 1979, come tutte le donne giudice, è stata costretta ad abbandonare la magistratura. Solo dopo ampie proteste, le è stata riconosciuta la possibilità di collaborazione al tribunale con il ruolo di 'esperta di legge'. Quella 'retrocessione', però, fu percepita dalla donna come intollerabile e per alcuni anni la sua attività fu limitata alla pubblicazione di numerosi libri e articoli. Solo nel 1992 ottenne l’autorizzazione a operare come avvocato e aprì uno studio proprio. Attualmente Shirin Ebadi è docente presso l’Università di Teheran e sostenitrice attiva dei movimenti per i diritti femminili e dei bambini. Ha un marito e due figlie.

 

Nel novembre 2009 la polizia di Teheran ha fatto irruzione nell'appartamento di Shrin Ebadi picchiando il marito e sequestrando il premio Nobel per la pace conferitole. In quel momento lei si trovava a Londra in una sorta di esilio autoimposto per sfuggire ad un mandato d'arresto per presunta evasione fiscale, che sarebbe potuto piomabre su di lei al suo ritorno in patria. Quando le giunse la notizia commentò: "Nulla mi spaventa più, anche se minacciano di arrestarmi per evasione fiscale al mio rientro. Sostengono che debbo al governo 410 mila dollari in tasse arretrate per il Nobel: una fandonia visto che la legge fiscale iraniana stabilisce che i premi siano esentasse. Se trattano così una persona ad alto profilo come me, mi chiedo come si comportano di nascosto con uno studente o cittadino qualunque".

 

 

L’incontro con i giornalisti di questa mattina è stato un'occasione per rilanciare il grido di impegno, umano e civile, per il diritto alla libertà, alla democrazia e ricordare tutti coloro che, in condizioni di pericolo vitale, continuano a battersi affinché questi diritti vengano rispettati. ''La democrazia non appartiene all'Oriente o all'Occidente, ai musulmani o ai cristiani – ha detto la Ebadi – Il problema e' che in Iran la gente non può votare chi vuole. Purtroppo siamo agli ultimi posti, fra i Paesi del mondo, per il rispetto dei diritti umani, assieme a Eritrea e Corea del Nord. Ai primi posti ci sono i Paesi scandinavi. Nel 2009 l'Iranha toccato il primato assoluto per il numero di minori uccisi con la pena capitale. Nello stesso anno, il mio Paese ha raggiunto il numero massimo di arresti nei confronti degli avvocati. Il governo voleva così togliere coraggio alla difesa dei diritti umani ".

 

Shirin Ebadi ha quindi ricordato le ingiustizie e le paure della gente dell'Iran: ''E' stato chiuso il centro per la difesa dei diritti umani a Teheran – ha spiegato – l'avevo fondato con un'altra ventina di avvocati: chiunque abbia collaborato al centro, è stato attaccato, con cause penali intentate apposta per fermarci''. Tuttavia, ha anche ricordato tutti coloro che, giovani o vecchi, continuano a battersi per la democrazia. Non soltanto attraverso i mezzi offerti da internet, come twitter o youtube, ma anche festeggiando il compleanno dei detenuti davanti alla prigione, offendo fiori, dolci e regali proprio vicino al carcere per attirare l'attenzione dei passanti.

 

 

Nel suo lungo discorso, un pensiero è andato a Sakineh Ashtiani, per la quale la città della Spezia ha rinnovato l'appello perché la comunità internazionale continui a tenere alta l’attenzione e prodighi ogni sforzo diplomatico affinchè non venga giustiziata. Oltre a Sakineh, Shirin Ebadi ha ricordato le mobilitazione di quanti, nel mondo, stanno chiedendo la liberazione di Nasrin Sotoodeh, la sua avvocatessa, arrestata il 4 settembre scorso per la sola colpa di aver rappresentato davanti ai tribunali iraniani i detenuti politici e alti rappresentanti della battaglia democratica per i diritti umani, tra cui, oltre a Shirin Ebadi, la giornalista Isa Saharkhiz e Heshmatollah Tabarzadi, leader del Fronte Democratico dell’Iran. Nasrin Sotoodeh è stata arrestata e le sono stati confiscati tutti i beni. Le è stato vietato di vedere la sua famiglia dal momento dell’arresto. Ha potuto telefonare al marito Reza Khandan per pochi secondi solo dopo ventun giorni dall’arresto. Madre di due bambini di 3 e 10 anni, è in isolamento, sottoposta a torture, e in sciopero della fame dal 24 settembre. "Aiutatemi in ogni modo, come potete, a salvare la vita di una persona molto debole" – ha chiesto il Premio Nobel.

 

Ma Shirin Ebadi ha lanciato anche un terzo appello a favore di Abdolreza Tajik, giornalista che , ''è imprigionato e umiliato da mesi, costretto a subire interrogatori completamente nudo. E quando la sorella ha saputo e ha chiesto spiegazioni è stata accusata a sua volta, ed è ora sotto processo''.  "Io ringrazio tutta la vostra città – ha chiuso – il sindaco e voi che siete qui ad ascoltare le mie parole. Spero tanto voi non dimentichiate i detenuti politici e i giornalisti".

 

Il gran finale di Exodus è al Teatro Civico quando Shrin Ebadi sarà premiata al Teatro Civico Premio Exodus 2010. Assistente ed interprete simultanea Ella Mohammadi che l'ha seguita passo passo in questa visita ligure. Saranno presenti anche il presidente della Regione Claudio Burlando, il sindaco della Spezia Massimo Federici e il Responsabile del Culto delle Comunità Ebraiche della Spezia Adolfo Aharon Croccolo.

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