CittadellaSpezia: Shirin Ebadi a CDS: “Una vita difficile: ma la mia famiglia è d’accordo” (VIDEO)
28 Ottobre 2010
La Spezia. Due occhi intensi, che guardano lontano, con decisione. Un volto sincero. Una donna piccola, che si è caricata sulle spalle la speranza del riconoscimento dei diritti umani di una nazione intera. Questa è la Shirin Ebadi che ha incontrato Fabio Lugarini e Thomas De Luca CDS questa mattina, in quello stesso hotel dove il ritiro dei giocatori dello Spezia e l'assemblea provinciale dell'ente sordomuti rendevano brulicante la hall.
Nella stanza preparata per l'intervista, però, regna il silenzio e la pioggia che batte sull'asfalto contribuisce a tenere lontano il mondo esterno.
Come riesce a proporre ogni giorno con la stessa forza il suo messaggio, se in una settimana attraversa cinque volte l'oceano Atlantico, se, di fatto vive sugli aerei?
"La mia vita non è facile, ma mentre i miei colleghi sono in carcere e nel mio Paese regna la censura, io devo far arrivare la voce del mio popolo nel mondo".
Lei vive di fatto in esilio, ma ha una famiglia, un marito e due figli che vivono in Iran. Come riesce a farsi sentire vicina?
"Per fortuna la mia famiglia è perfettamente d'accordo con la mia attività, tanto che la mia figlia minore ha scelto di seguire le mie orme e ha intrapreso la strada della difesa dei diritti umani. Mio marito è stato anche incarcerato e gli è stato sottratto il passaporto, ma c'è piena condivisione su quello che faccio".
A proposito di documenti per l'espatrio: il suo è in scadenza, come farà dopo?
"Il mio passaporto è valido per altri due anni, spero che nel frattempo qualcosa cambi, che il regime dia ascolto ai problemi del popolo iraniano, altrimenti dovrò trovare una soluzione legale che mi permetta comunque di viaggiare per il mondo".
Nella stanza preparata per l'intervista, però, regna il silenzio e la pioggia che batte sull'asfalto contribuisce a tenere lontano il mondo esterno.
Come riesce a proporre ogni giorno con la stessa forza il suo messaggio, se in una settimana attraversa cinque volte l'oceano Atlantico, se, di fatto vive sugli aerei?
"La mia vita non è facile, ma mentre i miei colleghi sono in carcere e nel mio Paese regna la censura, io devo far arrivare la voce del mio popolo nel mondo".
Lei vive di fatto in esilio, ma ha una famiglia, un marito e due figli che vivono in Iran. Come riesce a farsi sentire vicina?
"Per fortuna la mia famiglia è perfettamente d'accordo con la mia attività, tanto che la mia figlia minore ha scelto di seguire le mie orme e ha intrapreso la strada della difesa dei diritti umani. Mio marito è stato anche incarcerato e gli è stato sottratto il passaporto, ma c'è piena condivisione su quello che faccio".
A proposito di documenti per l'espatrio: il suo è in scadenza, come farà dopo?
"Il mio passaporto è valido per altri due anni, spero che nel frattempo qualcosa cambi, che il regime dia ascolto ai problemi del popolo iraniano, altrimenti dovrò trovare una soluzione legale che mi permetta comunque di viaggiare per il mondo".
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