Quando Eva perdonò i nazisti

Ondine

28 Ottobre 2010

La Spezia. Per anni sulla vicenda dell'Olocausto giravano voci negazioniste sul dramma dei campi di sterminio. Eva convinse il dottor Munch a firmare documento che confermava le atrocità commesse sul popolo ebraico, dai nazisti. Oggi dice: “Non avrei mai immaginato di poter ottenere un documento simile firmato da un nazista.”

Quando Eva propose la firma lui accettò subito di buon grado. In quel momento nel cuore di Eva qualcosa stava iniziando a muoversi e voleva ringraziarlo ma non sapeva come fare non si arrese, impiegò dieci mesi a capire cosa potesse fare per ringraziarlo: decise che doveva scrivergli una lettere in cui lo perdonava. Ne impiegò altri quattro a scriverla, ma ci riuscì.

Eva ed il dottor Munch si rincontrarono ad Auschwitz, nel 1995 a cinquant'anni dalla liberazione del campo, lei gli consegnò la sua lettera di perdono, lui firmò il documento. 

Eva ha raccontato di come si sia sentita libera, non era più una prigioniera: “Quel giorno guardai il cielo di Auschwitz e vidi le anime dei miei genitori che andavano via. Io li ho odiati perchè non mi hanno saputo difendere. Nel momento in cui sono riuscita a perdonare ho capito che non l'hanno fatto perchè non hanno potuto. Ho capito che non ero più una prigioniera. Ero libera.”

Ma cosa direbbe Eva Kor Mozes se incontrasse oggi il Dottor Morte? “Ti perdono, ma vorrei sapere cosa diavolo ci hai iniettato addosso.”

Eva Kor Mozes è un esempio per tutti, lei stessa ha ammesso di averci messo cinquant'anni a farlo, ma esserci riuscita è segno di grandezza di spirito e di speranza, per tutti. Finchè esisterà il perdono questo mondo non sarà ancora da buttare via. 

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