Incontro con Piero Terracina

Ondine

5 Novembre 2011

 

Sezione Exodus testimonianze dell'olocausto in ricordo di Ida Marcheria:
In collaborazione con CDEC – Progetto Memoria  & Aned Italia
Exodus incontra Piero Terracina intervistato dal Direttore della redazione cittadina del quotidiano Il Secolo XIX 
Filippo Paganini.
"Il dialogo, è il primo passo verso la pace". 
 

Piero Terracina (Roma, 12 novembre 1928) è un dirigente d’azienda italiano, ora in pensione, scampato ad Auschwitz dove era stato deportato per le sue origini ebraiche. Nasce a Roma da un professionista, ultimo figlio. Nel 1938 gli viene vietata la prosecuzione della scuola pubblica dalla promulgazione delle Leggi razziali fasciste in Italia. Proseguì gli studi nelle scuole ebraiche fino a che, nel 1944, dopo essere sfuggito all’arresto durante la prima retata nel Ghetto, venne deportato con tutta la famiglia in un treno di prigionieri italiani di origine ebraica. Degli 8 componenti della sua famiglia, fu l’unico a fare ritorno in Italia. Piero Terracina dopo il ritorno dall’internamento, venne accolto ed integrato dalla comunità ebraica romana. Attualmente vive a Roma, dove ha svolto l’attività di dirigente d’azienda, ma si è dedicato anche alla testimonianza dell’atroce esperienza che ha vissuto, incontrando soprattutto i ragazzi nelle scuole.

« "Ad Auschwitz il prigioniero non aveva nome, gli internati non erano contati come persone ma come pezzi. Ai prigionieri veniva tolto ogni dignità. Di quelli usciti dal campo vivi, pochissimi sono riusciti a sopravvivere, e a tornare ad essere persone degne di essere chiamate tali. L’efficiente macchina bellica tedesca, non sprecava nulla. Anche dopo la morte tutto veniva usato e riciclato , la pelle, i capelli, dei prigionieri…
Auschwitz non è solo colpa della Germania. Anche altri governi furono carnefici di questo male. Il governo francese dopo l’armistizio ha consegnato tanti ebrei ai nazisti. Eppure in altri paesi come la Danimarca questo non è successo. Il Re si oppose alla deportazione. Si mise anche lui la stella che contrassegnava gli ebrei, fece pressioni sul popolo e questo blocco la deportazione degli ebrei danesi. Perché questo in Italia non accadde? Anche in Bulgaria.. [un governo fascista che aveva adottato la politica sulla razza adottata dal governo fascista italiano], gli ebrei furono salvati dallo sterminio. Perché questo in Italia non accadde? Se qualcuno che poteva si fosse opposto non ci sarebbe stata nessuna deportazione. In Italia gli ebrei sono presenti da circa 2300 anni. Eppure questa civiltà fu negata. Agli ebrei era vietato non solo l’avere ma anche essere." »

Recentemente, la lapide commemorativa posta sul marciapiede della sua casa di Roma, costellata di 7 inserti di metallo dorato in memoria dei suoi familiari scomparsi, è stata imbrattata da ignoti per atto vandalico.

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