Brochure Premio Exodus

22 Ottobre 2011
Il Premio Exodus che quest'anno si terrà dal 9 al 12 Novembre 2011 ha una storia intimamente legata alla città della Spezia. Nella brochure che viene allegata all'articolo troverete molte foto degoli eventi ad esso legati e ai premiati delle undici edizioni oltre alla storia rievocata attraverso le parole del sindaco Massimo Federici.
La città della Spezia è conosciuta come Porta di Sion.
Alla fine della seconda guerra mondiale il Golfo della Spezia divenne infatti la
base di partenza degli scampati ai lager nazisti, che ora guardavano al mare con
la speranza di lasciarsi alle spalle l’Europa degli orrori e di raggiungere
la “Terra promessa”.
Dall’estate del 1945 alla primavera del 1948 oltre ventitremila ebrei riuscirono a
lasciare clandestinamente l’Italia diretti in Palestina.
La potenza mandataria della Palestina, la Gran Bretagna, aveva infatti emesso
il Libro Bianco del 17 m aggio 1939 per regolamentare l’afflusso controllato in
Palestina di soli 75 mila ebrei in 5 anni. Una misura che fu messa in crisi dalla
drammatica situazione europea e contrastata con ogni mezzo dal Mossad
Le Aliyà Bet (Istituto per l’immigrazione illegale sorto nel 1938).
A partire dal Maggio 1945 una notevole corrente di ebrei cominciò ad affollare la
Penisola e il Mossad Le Aliyà Bet inviò un responsabile in Italia con base a Milano,
Yehura Arazi. Altri membri del Mossad furono inviati in Italia tra i soldati della
brigata ebraica al seguito degli alleati.
La prima nave di profughi, il Dallin (già Sirius) partì da Monopoli il 21 agosto 1945
con soli 35 immigrati a bordo.
La questione dell’immigrazione ebraica scoppiò come caso internazionale nel
maggio 1946: l’epicentro della crisi divenne il porto della Spezia dove erano in
allestimento due imbarcazioni, la Fede di Savona e il motoveliero Fenice, pronte
a trasbordare 1014 profughi.
Quell’operazione godette dell’aiuto di tutta la città della Spezia, già stremata
dalla guerra e distrutta dai bombardamenti. Proprio il sostegno della gente, la
resistenza dei profughi, l’intervento dei giornalisti di tutto il mondo e la visita a
bordo di Harold Lasky, presidente dell’esecutivo del Partito Laburista britannico,
costrinsero le autorità londinesi – le cui navi bloccavano l’uscita dal porto della
Spezia – a togliere il blocco alle due imbarcazioni che salparono dal molo Pirelli
a Pagliari alle ore 10 dell’8 Maggio 1946.
L’accoglienza della comunità e la solidarietà delle autorità spezzine convinsero
gli organizzatori del Mossad a puntare sulla Spezia con operazioni di maggior
peso. Così nella notte tra il 7 e l’8 Maggio 1947 la nave Trade Wins/Tikya, allestita
in Portogallo, imbarcò 1414 profughi a Portovenere.
Nelle stesse ore era giunta nelle acque del golfo della Spezia, proveniente da
Marsiglia, la nave President Warfield, un goffo e pesante battello adatto a portare
turisti giù per il Potomac, da Baltimora a Norfolk in Virginia.
La nave venne ristrutturata nel cantiere dell’Olivo a Portovenere per la più grande
impresa biblica dell’emigrazione ebraica: trasportare 4515 profughi stipati su 4
piani di cuccette dall’altra parte del mediterraneo.
L’imbarcazione divenne un simbolo, prese il nome di Exodus, raggiunse le coste
della Palestina, venne attaccata dagli inglesi e avviò la nascita dello stato di Israele
con tutte le conseguenze che sappiamo.
A narrarci le peripezie dei profughi dello sterminio ebreo ci ha pensato nel 1958
Leon Uris con il celebre romanzo Exodus, tema ripreso nel libro il comandante
dell’Exodus di Yoram Kaniuk.
A Exodus è dedicato anche un bellissimo film del 1960 di Otto Preminger interpretato
da Paul Newman, Peter Lanfoird ed Eva Marie Saint.
La Exodus mosse dal golfo della Spezia ai primi di Luglio del 1947, sostò a Portde-
Bouc, caricò a Séte, fu assalita e speronata dai cacciatorpedinieri britannici
davanti a Kfar Vitkin. Ci furono morti a bordo, gente che era sopravissuta ai lager
e che finì i suoi giorni a due passi dalla speranza nelle acque tra Netanya e Haifa.
Dopodiché gli inglesi rimandarono i profughi ad Amburgo al campo di Poppendorf,
un ex lager trasformato in campo di prigionia per gli ebrei.
Il nome di Exodus da allora significò il desiderio di giustizia per l’emigrazione
ebraica. Ma solo con la fine del mandato britannico i profughi sarebbero potuti
tornare in Palestina.
La Fede, il Fenice e la Exodus si mossero tutti dal golfo della Spezia, una dicitura
che non compare nelle carte geografiche israeliane. La Spezia in Israele è infatti
indicata col nome di “Schàar Zion” Porta di Sion.
Ogni anno La Spezia ospita il premio Exodus dedicato all’interculturalità, alla
convivenza civile, al dialogo come mezzo di relazione tra popoli e culture.
Il 25 Aprile 2006 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha conferito
al Comune della Spezia la Medaglia d’Oro al Merito Civile per l’aiuto prestato dalla
popolazione spezzina ai profughi ebrei scampati alla seconda guerra mondiale.
Il Premio Exodus in queste undici edizioni, è divenuto per La Spezia uno
dei principali progetti culturali con cui la città e le sue istituzioni intendono
parlare all’esterno di sé e offrire al Paese un’alta occasione di riflessione e
confronto sui temi cruciali del nostro tempo.
Il Premio, negli anni, ha saputo evolvere la propria struttura organizzativa e
il rigore della sua impostazione culturale, divenendo, appunto, un autentico
progetto culturale aperto a prestigiose collaborazioni con altre realtà territoriali
e culturali non solo nazionali, ma europee e internazionali e impegnato
a stimolare il pensiero libero e critico dei cittadini e dei giovani studenti, cui
crediamo debba essere affidato il sempre più complesso compito di presenza
e testimonianza attiva di una memoria passata, che non deve essere mai
dimenticata.
D’altra parte il Premio Exodus nasce proprio da una delle pagine più belle
della nostra storia di città capace di accoglienza, di città aperta e gentile.
Una pagina che, non a caso, ci ha fatto avere nel 2006 la più alta onorificenza
della Repubblica, la Medaglia d’Oro al Merito Civile.
Il Premio Exodus è un autentico esercizio di memoria attiva. Quella memoria
che rifiuta ogni tentativo di revisionismo e banalizzazione, che è conoscenza
e responsabilità, che impone di interrogarci sul presente, di confrontarci con
le grandi, enormi e difficilissime questioni del nostro tempo.
Exodus come argine al cinismo, all’indifferenza, alla rassegnazione al male.
Come messaggio di speranza, simbolo del nostro impegno a essere città del
dialogo, che non si rassegna all’imbarbarimento, alla babele dei nostri giorni.
E lo fa non in nome di uno spirito nostalgico e rassicurante, ma lo fa perché
guarda al futuro e sente la responsabilità di misurarsi, di confrontarsi con
le contraddizioni e dare il proprio contributo ai temi del dialogo, della pace,
della convivenza civile e religiosa.
Massimo Federici
Sindaco del Comune della Spezia
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